Ho cercato di fare un po’ di chiarezza a proposito della diatriba tra zucchero bianco, zucchero di canna ed integrale di canna, vediamo di cosa si tratta.

Zucchero bianco

Lo zucchero bianco deriva dalla radice della barbabietola dello zucchero (Beta vulgaris) ed è quello maggiormente diffuso. È composto solo ed esclusivamente da saccarosio, una molecola costituita a sua volta da glucosio e da fruttosio.

Il processo industriale al quale viene sottoposto lo zucchero ricavato dalla barbabietola non fa che estrarre il saccarosio dalle impurità presenti nella melassa. A causa delle elaborate lavorazioni cui è sottoposto, lo zucchero bianco viene privato degli elementi nutritivi come vitamine, enzimi e sali minerali originariamente presenti nella radice della barbabietola. e può contenere residui di sostanze chimiche utilizzate durante la lavorazione industriale, tra cui l’acido fosforico, il biossido di zolfo e l’acido formico. I controlli della legislazione italiana sono abbastanza severi ed escludono questo rischio per la produzione nazionale.

Zucchero di canna

Lo zucchero di canna in cristalli è ottenuto da una pianta di origine tropicale, Saccharum officinarum, e si presenta con una colorazione scura, derivante proprio dalla canna. E’ lo zucchero che troviamo nei negozi e nei bar e anch’esso ha subito un processo di raffinazione che ha molti elementi in comune con la raffinazione utilizzata per la produzione dello zucchero bianco, allontanandone così i nutrienti (minerali e vitamine in particolare). Inoltre, per accentuarne la colorazione, pesso viene ulteriormente trattato con E150 (caramello ammoniacale).

 

Sono anche state scoperte delle truffe vere e proprie, come lo zucchero bianco di barbabietola colorato con E150, che sui banchi dei bar viene facilmente confuso ma che costa molto meno. Le denominazione che solitamente troviamo, brown sugar, azucar nigro, zucchero scuro, altro non sono che contraffazioni (e non è illegale farlo).

Zucchero di canna integrale

Lo zucchero integrale di canna è molto diverso rispetto alle altre due tipologie. Deriva sempre dalla canna da zucchero ma non subisce nessun processo di raffinazione, contiene anche la melassa, in percentuali dall’1% al 5%, e risulta molto più ricco di vitamine e minerali come fosforo, calcio, ferro, magnesio e potassio. Inoltre su 100 grammi di prodotto contiene oltre 100 calorie in meno rispetto allo zucchero bianco e allo zucchero di canna lavorato.

Ma lo zucchero di canna è un alimento vegan?

A dispetto di quello che si potrebbe pensare, la risposta è no! Perchè? Perchè per la sua raffinazione e decolorazione viene utilizzato il carbone animale, prodotto riscaldando le ossa ad una temperatura compresa tra i 400 ed i 500°C in atmosfera povera di ossigeno per poter controllare la combustione in relazione alle capacità di assorbimento del prodotto finale.

Come riferisce Caroline Pyevich del The Vegetarian Journal:

Lo zucchero raffinato non contiene particelle di ossa ed è quindi certificato. Il carbone animale semplicemente rimuove le impurità dallo zucchero, ma non diventa una parte dello zucchero,

La PETA fornisce una lista di produttori di zucchero di canna che non utilizzano filtri di orgine animale, così come il Vegetarian Resource Group, peccato che si tratti di produttori americani.

Nel caso in cui voleste acquistare zucchero di canna, verificate che sulla confezione ci sia la certificazione vegan, il sito di VeganOK è un ottimo punto di riferimento sull’argomento.

Personalmente cerco di evitare tutte e tre le categorie di zucchero sopra indicate, preferendo ad esse altre alternative:

  • zucchero di cocco;
  • succo d’agave;
  • malto di riso;
  • sciroppo d’acero.

L’eccesso di zucchero ha molte controindicazioni:

  • crea dipendenza, esattamente come una droga;
  • può provocare obesità e diabete;
  • l’eccesso di saccarosio non è benefico per il cuore;
  • può danneggiare la memoria;
  • aumenta il colesterolo;
  • altera la flora batterica intestinale;
  • provoca problemi di pressione sanguigna.

Nel 2015 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato le nuove linee guida riguardo l’assunzione di zuccheri semplici, ovvero quegli zuccheri che vengono aggiunti ai cibi in fase di produzione (es: bevande zuccherate, merendine, ecc.). L’assunzione deve essere inferiore al 10% del consumo totale di energia e un’ulteriore riduzione al di sotto del 5% dell’energia totale fornirebbe ulteriori benefici per la salute.

Al contrario non vengono posti limiti, per i cosiddetti zuccheri intrinseci, quelli presenti naturalmente nella frutta o nella verdura, per i quali non ci sono evidenze di effetti dannosi per la salute.

La posizione dell’OMS parte da un’analisi secondo la quale le malattie non trasmissibili sono le principali cause di morte e sono state responsabili del 68% dei decessi totali nel 2012. Molti fattori di rischio, tra le cause più comuni delle malattie non trasmissibili, sono legati alla cattiva alimentazione e alla mancanza di attività fisica.

Se è vero che è possibile curarsi con il cibo, allo stesso modo l’assunzione eccessiva di zuccheri, attraverso bevande e “cibi spazzatura”, può avere effetti negativi per la salute.

Alcune marche che, secondo la mia ricerca in rete, sono certificati vegan:



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2 thoughts on “Zuccheri: facciamo un po’ di chiarezza

  1. Siete vergognosi, lo zucchero di canna è esattamente uguale a quello bianco cambia solo che c’è anche parte della melassa, come avete detto. Il resto tutte stronzate, ma quali vitamine e sali minerali, lo zucchero è saccarosio punto. Qualsiasi altra cosa possa esserci è presente in quantità totalmente ignorabili.

    1. Buongiorno Daniele, innanzitutto non comprendo il perché del “siete vergognosi” (se lei non condivide lo stile di vita vegan, può benissimo evitare le pagine che riguardano tale argomento), in secondo luogo, l’articolo vuole essere semplicemente informativo, elaborato sulla base di una ricerca personale. Se errata, ben vengano le correzioni e le critiche costruttive.
      Scrivere “il resto tutte stronzate” denota semplicemente una grande superficialità e un certo livello di maleducazione.
      Buona giornata.

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