Ho deciso di intitolare questo post con il titolo del libro che ho appena finito di leggere. Scritto da Thomas Merton, scrittore e monaco trappista statunitense, ha affrontato il tema della pace, della non violenza e dei diritti civili, in un’epoca, la sua, particolarmente complicata, basti pensare alla crisi dei missili di Cuba del 1961, con la paura di una guerra nucleare imminente, alla guerra fredda e alla guerra del Vietnam.

In questo libro sono raccolti alcuni articoli scritti da Merton in quegli anni.

La prima parte, intitolata Lettere sulla guerra fredda, raccoglie articoli pubblicati tra l’ottobre 1961 e l’ottobre 1962, mettendo in evidenza la posizione dell’autore nei confronti della guerra e, soprattutto, del rischio di una guerra nucleare che avrebbe potuto distruggere l’intero mondo.

Quando prego per la pace io prego perché siano pacificati non solo i russi e i cinesi, ma soprattutto il mio stesso paese e me stesso.

La guerra è vista chiaramente come prodotto di una follia umana, organizzata e perpetrata da menti assolutamente lucide:

La pace che il mondo finge di desiderare non è affatto la pace.

Per alcune persone pace significa semplicemente libertà di sfruttare altre persone senza dover temere rappresaglie o interferenze. Per altri la pace significa la libertà di derubare i fratelli senza alcuna interruzione. Per altri ancora significa aver agio di divorare i beni della terra senza sentirsi costretti a interrompere i propri piaceri per nutrire coloro che dalla nostra avidità vengono ridotti alla fame. E praticamente per tutti la pace significa semplicemente assenza di ogni violenza fisica che potrebbe gettare un’ombra su vite dedicate alla soddisfazione dei propri appetiti animali di agio e piacere.

La seconda parte invece è maggiormente improntata sul concetto di non-violenza e sulla sua applicazione pratica, dalla resistenza non violenta dei danesi contro i nazisti, ad un elogio di Gandhi. Prende in esame alcuni fatti storici per evidenziare, ancora una volta, che i fatti più drammatici della storia, come la strage dei nativi americani e l’olocausto, non sono altro che il risultato di una spregevole lucidità umana e non il frutto di una pazzia momentanea.

L’uomo divide il mondo in buoni e cattivi e questi ultimi sono sempre quelli che non la pensano come noi, che hanno usi e costumi differenti e per questo vanno combattuti, perché altrimenti potrebbero danneggiarci:

l’uomo è l’unica specie, insieme al ratto, che si volge contro la sua stessa razza, promiscuamente e crudelmente, con un’ostilità non provocata e omicida.

Non conoscevo questo autore ma, come spesso accade girando per le librerie, ci sono libri che richiamano la nostra attenzione, quasi che vogliano farsi leggere.

E’ un testo di un’attualità incredibile viste l’acuirsi delle tensioni nel mondo di queste ultime settimane e ed è una prova del fatto che l’uomo non impara mai dai suoi errori.

 

Thomas Merton

La mia passione per la pace

Ed. Garzanti

ISBN 978-88-11-67268-5



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